Virginia Raggi esulta perché il T.A.R. del Lazio ha accolto il ricorso di Roma Capitale contro l’ordinanza contingibile e urgente n. Z00010 DEL 01.04.2021, emessa ex art. 191 T.U. Ambiente (d. lgs. n. 152 del 2006), con la quale Regione Lazio ordinava “a Roma Capitale e ad AMA Spa, entro 30 giorni dalla notifica della presente ordinanza, di trasmettere un piano impiantistico ai fini dell’autosufficienza in termini di trattamento, trasferenza e smaltimento, in cui ci si impegni a realizzare una rete integrata e adeguata di impianti ai sensi dell’art. 182-bis del d.lgs. 152/2006”.
Ma ha ragione di essere così soddisfatta?
Leggendo la sentenza scopriamo che in realtà il T.A.R. ha semplicemente ritenuto che lo strumento (ordinanza contingibile e urgente) usato dalla Regione per sollecitare Roma Capitale e A.M.A. s.p.a. a fare il proprio dovere non fosse quello giusto; ma non ha assolutamente messo in dubbio la necessità di redigere il piano impiantistico volto a garantire l’autosufficienza nel trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti del sub-ATO di Roma Capitale, allo stato mancante.
Anzi, ha ricordato alla Regione che la legge le attribuisce, in caso di inerzia degli enti locali nell’adozione di atti obbligatori, qual è quello di cui si tratta, un potere sostitutivo.
Quindi, ora la Regione dovrebbe sostituirsi a Roma Capitale, imponendo un piano idoneo. Che non può non prevedere una discarica di servizio, dove collocare gli scarti, non altrimenti riciclabili o valorizzabili, dei processi di trattamento.
La Raggi, dunque, ha ragione di essere contenta perché, con la propria testarda inerzia, costringerà infine la Regione a toglierle le castagne dal fuoco, prendendo al suo posto e in sua sostituzione la decisione, tanto impopolare quanto indispensabile, che lei ha sempre rifiutato di prendere: individuare i siti dove costruire gli impianti.
Con buona pace del richiamo del T.A.R., per il quale “la complessa attività di gestione del corretto ciclo dei rifiuti richiede un’attività sinergica ad opera di tutti gli Enti preposti alla cura degli interessi del settore”.
A Roma e nel Lazio, invece, con i rifiuti si fa polemica politica.
Leggi la sentenza del Tar del Lazio del 27 maggio 2021
sentenza-tar-lazio-27-maggio-202115542
Quindi ora occorrerà discutere coi cittadini dove non fare la discarica di servizio? Sul piano comunicatovo darebbe meglio presentare un piano completo di cui la discarica sarebbe solo uno degli elementi. Ma siamo sicuri che le persone le quali si lamentano sono disposte ad avere una discarica nel giardino dietro casa?