Ce l’abbiamo fatta, la Raggi è fuori dal Campidoglio, e tutto è avvenuto nel migliore dei modi, cioè attraverso il processo democratico del voto.
Avevamo voglia di tornare in Campidoglio, –dove il 27 ottobre 2018 abbiamo portato più di 10.000 persone a protestare pacificamente al grido di “Roma dice basta” – per festeggiare e per ricordare questi anni di attivismo civico contro una delle peggiori amministrazioni di sempre, ma ci siamo fermati.
Il nostro obiettivo non è stato mai fare la guerra a Virginia Raggi, e d’altra parte ci siamo sempre astenuti dall’attaccarla personalmente. Il nostro obiettivo era ed è una Roma più vivibile, una Roma più giusta, una Roma più accudita ed accudente verso i suoi cittadini, una Roma proiettata in Europa e nel futuro.
Se dovesse vincere il candidato della destra Michetti precipiteremmo in un incubo ancora più buio. Come ha detto ieri Noemi Di Segni a proposito delle sue frasi antisemite, “fa tremare la sola idea che diventi sindaco”.
Per non parlare degli ipotetici assessori e commissari. Nessun progetto per Roma, un programma tirato fuori all’ultimo minuto e copiato in quasi tutte le parti, poche idee e confuse, oltre all’imbarazzo di un personaggio incapace di parlare in pubblico senza rendersi ridicolo.
Nel gruppo abbiamo cercato di mantenere il dibattito sempre in un recinto di civiltà e rispetto, ma non abbiamo mai avuto paura del confronto, anche acceso, perché questo è il sale della politica. Abbiamo dato spazio al dialogo e al dibattito interno al centrosinistra (includendo nella nostra idea di centrosinistra anche Calenda), mentre abbiamo cercato di tenere fuori i sostenitori della Raggi e la destra. Abbiamo partecipato al tavolo “Insieme per Roma” e siamo stati favorevoli alle primarie perché, nonostante qualche ragionevole dubbio, ci è sembrato il modo migliore per arrivare uniti alle elezioni e sbaragliare destra e populisti, e avremmo voluto che Calenda restasse a quel tavolo invece di proseguire la sua corsa da solo.
Molti di noi, anche dentro il coordinamento, hanno comunque continuato a seguire il suo percorso e a sostenerlo.
Ma oggi dobbiamo recuperare quell’unità momentaneamente perduta, lo dobbiamo a Roma, alle tante realtà (politiche, civiche, associative) virtuose che l’hanno tenuta in vita in questi tristi anni, funestati da una sindaca incapace e dalla pandemia. Lo dobbiamo ai cittadini che hanno visto solo peggiorare la loro qualità di vita e crescere disuguaglianze e disagi. Lo dobbiamo ai tanti luoghi di cittadinanza, di contrasto alla povertà, di aggregazione e di accoglienza che sono stati chiusi, smantellati, cancellati.
Dobbiamo sostenere Gualtieri perché al di là delle tante legittime critiche che si possono rivolgere al Pd è un candidato che ha tutte le qualità per poter governare Roma. Dobbiamo sostenerlo perché dall’altra parte c’è la peggiore destra italiana, becera, inetta, incapace di prendere le distanze dal fascismo, pericolosamente legata a movimenti estremisti che abbiamo visto all’opera proprio ieri sera.
Chiediamo a tutti gli iscritti di questo gruppo di votare e far votare Roberto Gualtieri e sì, questa volta ci schieriamo.
È doveroso schierarsi con Gualtieri senza se e senza ma
Questa volta ci si DEVE schierare perché il rischio di cadere nel baratro è troppo forte e perché Roma deve risalire la china e tornare ad essere la città più bella del mondo. Ho votato Calenda al primo turno, ma ora non ho dubbi nell’appoggiare Gualtieri al ballottaggio perché non voglio finire dalla padella alla brace!
Voterò Gualtieri augurandomi che metta in campo una squadra valida. Nessuno da solo potrà risolvere il dramma di Roma soprattutto se i romani non ne saranno parte attiva
C’è bisogno di unione. Andiamo a votare, e votiamo bene!