Il 29 novembre scorso, una delegazione del nostro Coordinamento, composta dai redattori del nostro Quaderno “La gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio” (E. Amiconi, R. Caggiano, L. Campagna, C. De Bernardinis e S. Spafford) è stata ricevuta dall’Assessora all’Ambiente, all’Agricoltura e ai Rifiuti Sabrina Alfonsi, per un primo scambio di idee ed informazioni sulla futura gestione dei rifiuti da parte della nuova Amministrazione.

Le nostre richieste
Abbiamo espresso il nostro auspicio che sia finalmente visibile un deciso cambio di passo rispetto alle Amministrazioni passate. I rifiuti rappresentano un tema cruciale per la nostra città, la cui vivibilità ne risulta condizionata da anni. La richiesta dei cittadini è quella di uscire da una situazione di eterna emergenza e di vivere in una città pulita e salubre. Ci sono grandi aspettative, alle quali la nuova Amministrazione dovrebbe rispondere con una operazione di verità: informando puntualmente e con trasparenza sulle azioni da intraprendere, presentando un progetto credibile, scevro da ideologismi, che contenga l’indicazione degli obiettivi – distinguendo tra obiettivi a breve, medio e lungo termine – e dei relativi costi. Trasparenza vuol dire condividere anche le difficoltà del percorso. Occorre, invece, evitare annunci eccessivamente ottimistici, che rischiano di deludere e scoraggiare i cittadini.
L’obiettivo finale di un piano rifiuti per Roma non può che essere l’autonomia della città nella gestione di un ciclo industriale dei rifiuti. Ribadendo il giudizio di inadeguatezza che abbiamo già espresso nel nostro Quaderno sul Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, e considerando che è in corso di elaborazione il Piano Nazionale, abbiamo suggerito che Roma Capitale possa concertare con il Governo un assetto impiantistico idoneo a raggiungere l’obiettivo di autonomia. Le priorità su cui il Comune dovrebbe concentrarsi sono il trattamento della frazione organica e dell’indifferenziato, in quanto le altre frazioni riciclabili sono di competenza del CONAI.
Entro la consiliatura potrebbero essere realizzati due biodigestori e una discarca. Per la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore sono necessari tempi più lunghi, senza trascurare la necessità di costruire, con trasparenza e serietà, un solido consenso su tale soluzione. L’ideologia “rifiuti zero” ha finito , paradossalmente, per privilegiare proprio la discarica, che invece è l’opzione più dannosa per l’ambiente, l’ultimo anello nella gerarchia del ciclo dei rifiuti.
Le riposte dell’Assessora Alfonsi
Sabrina Alfonsi ha espresso vicinanza alle nostre posizioni e la volontà di superare, con la realizzazione e/o l’acquisizione degli impianti di trattamento, la sudditanza rispetto alle imprese private. Ritiene che occorra costruire un piano industriale complessivo per il ciclo dei rifiuti di Roma, coordinando verso l’obiettivo dell’autonomia i piani industriali di AMA (partecipata al 100%) e di ACEA (nella quale Roma Capitale è socio di maggioranza). AMA deve essere ricostruita e potenziata. La raccolta va riorganizzata su base territoriale, tenendo conto delle caratteristiche urbanistiche e del tipo di utenza presenti in ciascuna zona. Il contratto di servizio scade a giugno 2022, ma il lavoro per ridefinirne le condizioni inizia ora.
Il PNRR porta con sé non solo fondi, ma anche semplificazioni amministrative che valgono altrettanto. In questo quadro si prevede di poter realizzare 2 biodigestori anaerobici, 2 impianti di trattamento dei rifiuti tessili, un centro di riciclo per i RAEE, un grande centro di preparazione per il riuso.
Un nuovo termovalorizzatore nel Lazio è escluso dal Piano Regionale e non sarebbe finanziabile con i fondi del PNRR (anche se il finanziamento sarebbe possibile con fondi europei di altro tipo).
Quanto allo smaltimento, ritiene che si possano trovare, in Regione, gli impianti necessari a superare il periodo transitorio.
La prospettiva di riformare la struttura di AMA, decentrando l’organizzazione della raccolta a livello di Municipio, ci trova d’accordo.
All’atto dell’insediamento della nuova Giunta, tutti i contratti di conferimento stipulati da AMA erano in scadenza, e ciò ha provocato, per l’ennesima volta, il blocco delle attività di raccolta, rendendo meno visibili gli effetti del Piano Straordinario di pulizia, che è caratterizzato da interventi coordinati fra AMA, Dipartimento Tutela Ambientale e SIMU, in modo da agire contemporaneamente su raccolta dei rifiuti giacenti lungo le strade, diserbo dei marciapiedi, sfalcio delle aiuole, potatura degli alberi, raccolta delle foglie e manutenzione di tombini e caditoie.
Al termine della riunione si è parlato anche di Verde; l’Assessore ha confermato l’affidamento ai Municipi della cura delle aree verdi sotto i 20.000 mq, con esclusione, per ora, della cura delle alberature, in quanto essa richiede competenze tecniche particolari e l’impegno a proseguire ed estendere il trattamento endoterapico contro la cocciniglia tartaruga al maggior numero possibile di Pini.
Alla conclusione dell’incontro è stato confermato l’intento reciproco di mantenere un rapporto costante, pur nella ovvia indipendenza e autonomia, per favorire una corretta informazione ai cittadini, la segnalazione di criticità, suggerimenti e proposte, la possibilità di costruire spazi effettivi di collaborazione.
Non credo sia utile parlare di rifiuti a Roma senza mettere al primo posto la riduzione dei rifiuti. L’educazione civica e ambientale dei cittadini dovrebbe essere al primo posto. Vogliamo termovalorizzatori x continuare a produrre metri cubi di imballaggi di plastica e indifferenziati o multimateriali? Non solo Roma non c’è la fa più a smaltire tutto questo, ma anche l’intero pianeta. Domenica è la giornata mondiale del suolo. Neanche un metro quadrato dovrebbe più essere cementato, altro che costruzione di nuovi impianti e discariche…..😱😱
Dalla lettura del piano rifiuti della Regione Lazio ho appreso che per l’Europa la tecnologia dei termovalorizzatori è da considerarsi superata. Che si fa, si parte a Roma con progetti che per l’Europa non sono da prendere in considerazione? Come si concilia questo con fondi europei ai quali si potrebbe ricorrere?
A Roma per il momento non si parla di un nuovo termovalizzatore perché il Piano Regionale dei Rifiuti del Lazio, approvato ad agosto 2020, non lo prevede.
Non è invece corretta l’informazione sull’Europa. L’Europa delinea un ciclo completo dei rifiuti, che promuove il riutilizzo e il riciclo del rifiuto e si chiude infine con il termovalizzatore e, ultimo anello del ciclo, con la discarica. Contrariamente a quanto viene spesso affermato, non sono neanche esclusi i finanziamenti ai termovalorizzatori, laddove naturalmente si dimostri che esista un fabbisogno effettivo di tali impianti, necessari per accogliere gli scarti non riutilizzabili e non più riciclabili.
I progetti i sono, bisogna vedere poi l’esecuzione e a questo riguardo saranno importanti i controlli sull’esecuzione non solo della pulizia, ma anche di tutte le altre esecuzioni; molto utile potrebbe essere l’istallazione di videocamere nei punti critici dove più frequentemente si trovano rifiuti ingombranti o scarti edilizi, il controllo delle video camere potrebbe essere affidato a personale con invalidità
Come in tutte le cose, l’attuazione pratica dei progetti è la parte più difficile e richiede anche la capacità di costruire consenso e stimolare la collaborazione dei cittadini. Con riferimento al problema dei rifiuti ingombranti, l’accesso alle isole ecologiche dovrebbe essere reso più facile e comodo, mentre l’abbandono (che costituisce reato oltre che illecito amministrativo) essere represso con più efficacia dalle forze dell’ordine. Le telecamere non possono risolvere del tutto il problema, in quanto i punti da controllare sono centinaia, le immagini spesso non consentono l’identificazione di chi abbandona i rifiuti, e comunque la visione richiederebbe un’enorme quantità di personale dedicato. Il gruppo di dipendenti AMA chiamato LILA propone di usare il personale con problemi fisici per presidiare le postazioni di cassonetti, informare i cittadini sui comportamenti corretti da tenere e impedire gli accumuli di sacchetti fuori dai contenitori. Ma se lo svuotamento non avviene con la dovuta regolarità, penso che nemmeno questo servirebbe.