
La Dire, agenzia di informazione nazionale, organizza una serie di confronti aperti ai cittadini sui problemi e le opportunità della Capitale con i protagonisti della vita politica, economica e sociale. Sabato 8 febbraio, il primo appuntamento, Direzione Roma, introdotto da Nico Perrone, direttore dell’agenzia Dire, e moderato da Concita De Gregorio di Repubblica, con gli interventi di: Carlo Calenda, europarlamentare e leader di Azione; Massimiliano Smeriglio, europarlamentare indipendente del Pd già vicepresidente della Regione Lazio; Giuseppe Roscioli di Federalberghi; Emma Amiconi di Tutti per Roma; Stefano Di Niola della Cna Roma; Tiziana Sallusti, dirigente scolastica del liceo Mamiani; Paola Carra di Retake; Pino Galeota di Corviale Domani; Tiziana Ronzio dell’associazione TorPiùBella.
Ecco il testo scritto dell’intervento di Tutti per Roma.
“Parlo a nome di Tutti per Roma, gruppo civico cittadino, che opera da maggio 2018. Nato sull’onda della protesta contro l’operato della giunta Raggi, primi fra tutti ad aver convocato una manifestazione di piazza, #romadicebasta, il 27 ottobre 2018 in Campidoglio, abbiamo via via esplicitato non solo una serie di proposte su alcuni dei principali problemi della città, ma anche reso evidente quello che all’inizio era implicito: perché Roma torni ad essere (o diventi finalmente?) capitale europea moderna, efficiente, accogliente e solidale, bisogna scongiurare che la prossima amministrazione sia a maggioranza leghista e fascista. Perché a Roma, purtroppo, la destra, è prevalentemente tale. E quindi costruire una proposta diversa e credibile.
Noi non ci candidiamo né promuoviamo liste, sia perché al nostro interno coesistono appartenenze diverse, sia perché crediamo che, in qualunque caso, l’apporto dell’attivismo civico sarà essenziale per tirare fuori la città dalla catastrofe attuale, prima, durante e dopo la scadenza elettorale. E sottolineo che la partecipazione dei cittadini alla sfera pubblica non rappresenta una variabile dipendente, o la stampella per la fuga delle istituzioni dalle proprie responsabilità, bensì una opportunità di esercizio politico e di allargamento degli spazi democratici. Parlo infatti dei cittadini che operano in una molteplicità di forme organizzative e di azioni collettive volte a implementare diritti, curare beni comuni e/o sostenere soggetti in condizioni di debolezza attraverso l’esercizio di poteri e responsabilità nel policy making. Si tratta probabilmente della novità più significativa degli ultimi decenni, in totale controtendenza rispetto al declino dei partiti come li abbiamo conosciuti nel ‘900.
Questa dimensione politica, questo ambiente vivace ed eterogeneo, esiste e resiste anche nella nostra città, da tempo. Ne conosciamo la forza e i limiti: tra questi ultimi l’enorme difficoltà di unirsi e di lavorare insieme, oltre il proprio pur legittimo spazio fisico e tematico. Cari partiti, questo mondo va conosciuto e rispettato, ne vanno accolte istanze e competenze, ma attenzione a pensare di farselo amico scimmiottando le loro modalità o, peggio, pensando di inglobarlo in dinamiche squisitamente elettorali, passando dal paternalismo alla sottovalutazione, come se la politica vera fosso solo quella che si fa nelle stanze dei cosiddetti bottoni.
Cosa ci aspettiamo quindi a un anno e mezzo dalle prossime elezioni?
Che l’area di centro (e sottolineo centro) sinistra sia capace di esprimere un/una unico candidato sindaco. Se la selezione avverrà attraverso le primarie di una coalizione che peraltro ancora non c’è, o attraverso altri processi, non lo sappiamo. Ma una cosa è certa, avere più di un candidato sarebbe come dire che avete deciso di perdere a tavolino. Si chiede quindi uno sforzo di unità, di collaborazione, di superamento di qualunque riferimento al passato, del resto non proprio glorioso, dei partiti di sinistra in questa città. Si dovrà lavorare tutti insieme (IV, Azione, PD, SI, liste Civiche, DemoS, ce la farete?) Calenda saprai fare un passo indietro o uno in avanti, portandoti dietro tutta la dote? E il gruppo Liberiamo Roma? Si chiede di non essere schiavi delle dinamiche nazionali, ma di trovare forme e modi per tentare il quasi impossibile. Ad oggi (leggete Panorama oggi in edicola) c’è chi ha le idee più chiare e la spregiudicatezza di intervenire con largo anticipo. E presumibilmente, con un candidato solo. E quindi serve anche a noi un candidato/a, serve una squadra di governo, ma servono anche altri mille leader coesi, leali, solidi, generosi, e diffusi, inseriti, nell’amministrazione, nelle imprese, nella cultura, nella ricerca, nelle attività sociali … perché uno da solo non ce la farà mai. E serve la consapevolezza che le grandi priorità di questa città calpestata e sull’orlo della desolazione, – che sono il compimento del decentramento amministrativo e poteri Roma Capitale, il ciclo dei rifiuti e la manutenzione degli spazi pubblici, la mobilità e i trasporti, i servizi alle famiglie e alle persone più deboli, la questione abitativa, solo per citare le principali, andranno affrontate tutte, nessuna esclusa, avendo il coraggio della concretezza e della chiarezza, del saper dire non solo cosa si intende fare, ma anche come e quando, con chi e per chi. E a proposito di queste priorità, notate bene che a parte la legge su Roma Capitale che spetta al Parlamento, tutte le altre sono di esclusiva competenza di Comune e Regione.
Serve una visione, che per noi è quella da cui sono partita, Roma capitale italiana e all’altezza delle altre capitali europee, accogliente, solidale, moderna ed efficiente. Una capitale forte ed evoluta aumenterebbe il potere contrattuale nei confronti del Governo, ma anche il ruolo che Roma potrebbe esercitare in Europa, per tutta la nazione. E invece noi siamo disgregati, arrugginiti, disuniti, privi di fantasia. Le eccellenze, che pure esistono in tanti ambiti, rischiano di essere soffocate, di restare invisibili, perché non esiste nessuna sistematicità, dimensione processuale, policy pubblica condivisa a cui agganciarsi. Per sconfiggere populismo e sovranismo, che non risparmieranno nessuna energia e nessun mezzo per vincere, dovrete/dovremo essere capaci di parlare al cuore e alle teste delle persone senza ideologie, senza preclusioni, perché c’è un elettorato deluso da riconquistare, una enorme numero di non votanti da riportare alle urne, una fascia ampia di incerti da convincere. Al momento i segnali sono pessimi: basti vedere come si sta gestendo l’eterna emergenza dei rifiuti (la cui responsabilità non è solo della Raggi, ma in grande parte della Regione Lazio) per rimanere basiti, o la assoluta assenza di una opposizione politica organizzata e responsabile. Ma non disperiamo nel miracolo dell’unione di intenti e di energie. Su queste basi, TxR farà la sua parte in termini di proposte e informazione.”