«Riceviamo con una certa frequenza molte segnalazioni e proposte sulla situazione delle ciclabili in città – conferma Emma Amiconi di “Tutti per Roma, Roma per tutti”-. In effetti, sia che si voglia usare la bicicletta come mezzo di trasporto alternativo o integrato a quello pubblico, sia che la si usi per svago o per sport, la situazione è piuttosto deprimente. Non esiste un progetto a 360 gradi, ma solo tronconi di ciclabile sparsi qua e là, che a volte finiscono nel nulla; non esiste manutenzione né controllo per cui il manto ciclabile spesso è ancora più pericoloso di quello stradale, non ci sono cartelli, mentre abbondano ostacoli e corpi estranei. Ci chiediamo dunque quale sia il senso di queste ciclabili isolate, perché senza un disegno ed una volontà esplicita di mettere mano alla mobilità e al sistema dei trasporti pubblici e privati, in una città grande e diversificata come Roma, significa solo alludere a scelte ecologiche e politicamente corrette – senza però una seria politica sulla mobilità e senza adeguati interventi».
«Anche per il GRAB vale lo stesso discorso – aggiunge Amiconi-, si tratta di un grande intervento, previsto nel Pums, ma cosa ne è dei finanziamenti necessari? E senza una visione generale per la mobilità dolce in tutta la città che senso avrebbe questo anello ciclabile?».
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