Il TAR, con ordinanza dell’8 settembre 2021, ha respinto la richiesta di sospensione dell’efficacia del provvedimento regionale del 28.05.2021, che concedeva a Roma Capitale 60 giorni per la presentazione di un piano impiantistico volto a garantire l’autosufficienza nel trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti del Sub-Ato di Roma Capitale, come prescritto dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e, quindi, indicare dove dovrebbero essere realizzati gli impianti di trattamento (TMB) e i siti di smaltimento (discariche).
Il TAR riconosce, infatti, che Roma non ha un piano: evidentemente, il nuovo piano industriale di AMA approvato nello scorso marzo, non adempie alle prescrizioni del PRGR. Tale piano prevede, infatti, solamente due nuovi centri di compostaggio a Cesano e Casal Selce, già autorizzati dalla Regione Lazio nel 2020 (la costruzione dei quali non è ancora iniziata), oltre a centri di raccolta, 2 impianti di selezione del multimateriale (carta, plastica, metalli) di cui uno a Rocca Cencia con la riconversione del TMB, 4 stazioni di trasferenza e un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, ma nessun impianto di smaltimento finale.
A questo punto, il termine è ampiamente scaduto e la Regione dovrebbe dare seguito alla diffida ed esercitare i propri poteri sostitutivi adottando, al posto del Comune, una decisione tanto necessaria ed urgente, quanto sicuramente impopolare.
Nel frattempo, però, la Città Metropolitana (che, ricordiamo, ha, per legge, lo stesso Sindaco di Roma Capitale) ha depositato la mappa aggiornata dei siti idonei e non idonei per la realizzazione degli impianti, senza prevedere alcun sito idoneo all’interno dei confini di Roma Capitale. Secondo Roma Capitale la discarica, quindi, dovrebbe essere costruita in uno degli altri 120 comuni della ex Provincia – ma nessuno la vuole.
Cosa farà la Regione? Rimetterà mano anche alla mappa?
Siamo veramente ansiosi di sapere come andrà a finire.